22 ottobre 2022 – verbale accordo sindacale per la chiusura di edifici comunali il venerdì

Il 22 ottobre è stato sottoscritto tra OO.SS. la R.s.u. (tranne i delegati delle liste del sindacalismo di base) ed il comune di Milano: il verbale relativo alle “Linee per l’organizzazione delle attività durante il periodo invernale“:

A seguire i vari documenti:

Qui sotto il link al comunicato in cui spieghiamo le ragioni per cui non abbiamo sottoscritto questo accordo:

Propaganda sindacale anti-propaganda datoriale

Tramite un’intervista concessa al Sole 24 Ore il sindaco Sala ha annunciato un piano di efficientamento energetico che prevede la chiusura al venerdì di alcuni palazzi del Comune di Milano, i palazzi più voluminosi. A noi il piano sembra per nulla condivisibile. Voi vi chiederete perché? Ora cerchiamo di spiegarvelo:

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Elezioni Rsu 2022: Slai Cobas, le nostre priorità e il nostro metodo

Elezioni R.s.u. 2022 Comune di Milano

Salario, diritti, dignità

Le organizzazioni sindacali ADL, SIAL e SLAI COBAS partecipano alle prossime elezioni per le Rappresentanze Sindacali Unitarie del Comune di Milano sotto la lista SLAI COBAS, contro la frammentazione e per una maggiore convergenza delle lavoratrici e dei lavoratori nella difesa dei propri diritti.

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Smart working per il dipendente regionale “fragile”

È di circa tre giorni fa la notizia che il Tribunale del Lavoro di Messina ha accolto il ricorso cautelare di un dipendente regionale, considerato “soggetto fragile“, e ha ordinato alla Regione Siciliana di rimetterlo immediatamente in smart working visto il repentino aumento dei contagi da Covid19 e sulla base delle normative nazionali.

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Smart working obbligatorio nella fase emergenziale per lavoratori con familiari disabili

La Sezione Lavoro civile del Tribunale di Roma con Ordinanza 21 gennaio 2021, n. 5961 ha stabilito che nella attuale fase emergenziale, i dipendenti con congiunti disabili nel proprio nucleo familiare hanno diritto a svolgere la propria prestazione lavorativa in smart working.

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Smart working e benessere psicofisico: il datore di lavoro ha l’obbligo di applicarlo

Con sentenza n. 27913 del 4 dicembre 2020, la Cassazione ritiene ingiustificato il diniego del datore di lavoro all’uso della formula agile quando richiesto dal lavoratore e quando le esigenze lavorative lo permettono.

Gli Ermellini hanno stabilito che garantire l’accesso a questa modalità, quando necessario e qualora la prestazione lavorativa lo consenta, per il datore di lavoro è uno degli obblighi previsti a tutela della salute in ambiente lavorativo, anche solo emotiva.

La sentenza si riferisce al caso di un dipendente che ha chiesto il risarcimento del danno nei confronti del proprio datore di lavoro; in quanto non gli aveva accordato lo smart working, seppur conscio del disagio che gli causava il lavoro a causa delle condotte vessatorie dei colleghi.

Il testo della sentenza:

Smart Working un accordo con troppe pecche

gli antefatti
Lo scorso 30 marzo Cgil, Cisl, Uil e Csa hanno sottoscritto un’intesa sul Lavoro Agile. Accordo che avrebbe dovuto sanare le storture emerse in questi mesi di lavoro agile straordinario provocati dall’emergenza Covid.
Mesi in cui i lavoratori hanno dovuto usare i propri strumenti personali (pc, connessione internet, luce, ecc.) pur trovandosi di fronte un’emergenza sanitaria non hanno ricevuto alcun sostegno da parte dell’ente che ha negato coscientemente i buoni pasto, l’uso della permissistica e qualsiasi altro riconoscimento economico che potesse coprire almeno in parte le spese aggiuntive sostenute dai lavoratori.

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Smart working: le proposte dell’Amministrazione comunale sono inaccettabili

Nell’incontro con la RSU e le organizzazioni sindacali svoltosi mercoledì 10 marzo l’AC ha presentato le proprie proposte per la regolamentazione del lavoro agile in regime ordinario, cioè oltre la fase della pandemia.

Premesso che, al momento, la fase pandemica è tutto fuorché risolta e non può continuare ad essere gestita in questi termini, queste proposte sono per noi inaccettabili:

  • si prevede un numero di giorni “in agile” estremamente ridotto (3/4 al mese), incrementabile solo per particolari categorie (disabili, neogenitori eccetera). Un po’ pochi per quella che dovrebbe essere, a parole dell’amministrazione, una modalità di prestazione lavorativa che definisce una “svolta epocale”.
  • si vuole riconoscere il diritto alla mensa solo ai lavoratori che svolgeranno lo smart working in sedi comunali diverse dalla propria (per cui, al lato pratico, in presenza), non a chi lavorerà da casa.
  • nessun tipo di rimborso per l’utilizzo del proprio spazio domestico, della propria strumentazione e connessione e per le maggiori spese (riscaldamento, corrente, eccetera)
  • esclusione dall’accesso allo smart working per i lavoratori a tempo determinato, non menzionati.
  • Utilizzo dei risparmi effettuati con lo smart working nel 2020 per finanziare quote di salario variabile legate alla performance e/o non meglio precisati strumenti di welfare aziendale: noi vogliamo che vengano destinati alla parte della produttività uguale per tutti, svincolata dalla pagellina.
  • Spese di investimento (dotazione di un portatile ai lavoratori agili entro fine anno) che, per quanto positive e migliorative per le condizioni dei lavoratori, vengono vendute come un favore a questi e non un aggiornamento tecnologico per l’azienda

Chiediamo alla RSU e alle organizzazioni sindacali di non sottoscrivere queste proposte e di sottoporle alla discussione e al giudizio delle lavoratrici e dei lavoratori.

Invitiamo i lavoratori a rispondere al questionario che stiamo facendo circolare per monitorare i bisogni collegati al lavoro agile.

11/03/2021

Adl Cobas, Sial Cobas, Slai Cobas, Usi

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