In questi anni stiamo assistendo al proliferare di codici di comportamento e di codici disciplinari dei lavoratori pubblici.
Sia a livello nazionale che a livello aziendale.
Si tratta di strumenti particolarmente odiosi in quanto il loro scopo è essenzialmente intimidatorio. Il loro obiettivo infatti è quello di fare in modo che i dipendenti non denuncino pubblicamente o non contrastino attivamente le scelte dei decisori politici o dei dirigenti apicali che considerano sbagliate.
Sono anche strumenti di dubbia costituzionalità, visto che vanno a ledere alcuni diritti garantiti dalla Costituzione a tutte le cittadine e a tutti i cittadini della Repubblica (per esempio l’art.21). E noi, prima di essere dipendenti del Comune di Milano – non dimentichiamolo – siamo cittadine e cittadini della Repubblica.
Sono spesso anche in contrasto con quanto previsto dall’art.1 dello Statuto dei lavoratori.
L’esperienza di questi anni – nelle commissioni disciplinari e nei tribunali del lavoro – ci insegna però che si tratta di “tigri di carta”. Basta non averne paura e non fanno male!
Continueremo a contrastare questi odiosi strumenti sia sul piano sindacale che su quello legale.
La libertà si difende praticandola.
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